Una storia realmente accaduta e di grande impatto emotivo. Con la nuova serie “Gli orologi del diavolo”, in onda da questa sera, lunedì 2 novembre, su Rai 1 si vogliono ripercorrere le vicende che hanno reso Gianfranco Franciosi (Marco Merani nella fiction) un “eroe per caso”: il primo civile inserito a scopi investigativi in un contesto criminale. Una vita stravolta dagli eventi, passata dalla routine di abile meccanico a quella di uomo al servizio dello Stato infiltrato nel narcotraffico. Ad affiancare il protagonista Giuseppe Fiorello in questa fiction, c’è un grande cast internazionale: ecco le schede dettagliate dei personaggi.
Marco Merani, interpretato da Giuseppe Fiorello, è un motorista nautico bravissimo, ha un passato nelle gare off-shore e un presente da costruttore di barche alla foce del fiume Magra. Lo sanno tutti che è il migliore e lo sanno anche dei narcotrafficanti a cui farebbero comodo gommoni che corrono più delle motovedette dei carabinieri e della polizia. Marco mangia la foglia e chiede a Mario, suo amico poliziotto, come deve comportarsi. La polizia in verità sta seguendo questi narcotrafficanti da tempo senza grandi risultati così propone a Marco di collaborare con la giustizia per incastrare i boss di questo cartello spagnolo. “El mecanico”, suo malgrado, si ritrova a indossare i panni – senza esserlo- di un agente speciale sotto copertura che, costruendo e guidando barche dedite al traffico di droga, diventa punto di riferimento per il giovanissimo Aurelio, geniale e astuto boss dell’organizzazione il quale si affeziona a Marco come a un fratello. Un legame pericoloso come l’abbraccio di un serpente. E così la vita di Merani si sdoppia: è costretto a dire bugie ai suoi affetti, ai suoi operai e a invischiarsi in una spirale di continui compromessi. Marco fa il possibile per spiare i narcotrafficanti e rivelare tutto alla polizia, ma quando durante un’operazione in mare fra Italia e Spagna qualcosa va storto, Marco viene arrestato dalle forze dell’ordine francesi e incarcerato. È certo che la polizia italiana chiarisca la sua posizione e attende fiducioso la liberazione, ma nessuno dall’Italia rivendica la sua copertura. Ora è sotto scacco, il meccanico sa che se parla o dichiara la sua vera identità è un uomo morto e gli rimane una sola scelta: affrontare con coraggio l’inferno delle galere francesi. Marco trascorre otto mesi in prigione, in condizioni durissime e quando torna in Italia la sua reputazione è distrutta, la sua vita familiare è a pezzi e si sente tradito da chi non l’ha tutelato. Alla sua porta, però, torna a bussare Aurelio. Ha ancora bisogno di lui, del suo fratello italiano, che ha tenuto la bocca chiusa dietro le sbarre e che merita un premio, un ultimo viaggio, un ultimo carico che sistemerà tutto e tutti per sempre. Ma anche la polizia gli chiede un ultimo aiuto, un ultimo sacrificio, poi riceverà tutto il sostegno per ricominciare a vivere. Cosa farà Marco? Il meccanico sa che per uscire da questa trappola potrà contare solo sulle sue forze.
Claudia Pandolfi veste invece i panni di Alessia, la donna che saprà stare al fianco di Marco anche nei momenti più bui e difficili.
Alvaro Cervantes interpreta lo spietato rampollo di una nota famiglia spagnola di trafficanti di droga, Aurelio Vizcaino.
Nicole Grimaudo è invece la moglie del protagonista.
Fabrizio Ferracane è Mario, l’agente dello SCO e conoscente di Marco che farà da collegamento tra lui e la polizia.
Carlos Librado interpreta un uomo di Aurelio, Pablo Hernandez.
Alicia Borrachero dà il volto a Carmen Villa, il commissario spagnolo incaricato di seguire la parte iberica dell’indagine.
Marco Leonardi, interpreta il personaggio di Jacopo Merani, il fratello minore di Marco ed ex tuffatore.
Roberto Nobile è invece il padre di Marco e Jacopo, Antonio, un uomo ruvido e silenzioso.
Ignasi Vidal ha il ruolo di Nerone, il braccio armato e uomo di fiducia di Aurelio, mentre Gea Dall’Orto porta in scena Joy Merani, la figlia adolescente di Marco.
Alla regia Alessandro Angelini che racconta così le diverse anime del progetto: “Gli orologi del diavolo ha nel suo Dna almeno tre diversi generi: impegno civile, crime, sentimentale nel senso più vasto del termine, quello in cui gli affetti rappresentano il solo approdo sicuro in un’esistenza messa a soqquadro dagli eventi”.