Addio a #GigiProietti, maestro della comicità intelligente. Il saluto di colleghi e amici

Il 2 novembre 1940 nasceva Luigi Proietti, e oggi, 2 novembre 2020, si è spento l’eclettico attore, maestro indiscusso di comicità intelligente. Ieri in tarda serata le prime notizie su un aggravamento delle sue condizioni, ricoverato in terapia intensiva per problemi cardiaci, presagio della triste notizia con cui oggi si è svegliata l’Italia, proprio nel giorno in cui tutti erano pronti a festeggiarlo, a rendere omaggio all’uomo giunto a un traguardo importante e all’attore. E invece con un colpo di scena tipico solo dei grandi scende dal palco il giorno del suo compleanno con tutt’Italia già pronta ad applaudirlo più del solito.

Colto, intelligente, affabulatore e trasformista. Attore, conduttore, cantante, monologhista, imitatore. Grande esempio della romanità pur essendo nato in Umbria, a Porchiano del Monte. Proprio Roma influenzò molto i suoi personaggi. Le ultime sue apparizioni tv nel ciclo di Ulisse- il Piacere della scoperta, in onda su Rai1 le scorse settimane. Carriera lunga più di 50 anni. Il teatro il suo primo e più grande amore, dove esordì nel 1963 grazie a Giancarlo Cobeli nel Can Can degli italiani. Il primo grande successo arrivò quando sostituì Domenico Modugno nella parte di Ademar nella commedia musicale di Garinei e Giovannini Allelujia Brava gente:

“Una botta di fortuna. Lì capii che si poteva coniugare il teatro lucido con la qualità artistica: il cosiddetto teatro popolare”. 

Nel 1978 assunse la direzione del teatro Brancaccio di Roma e creò un laboratorio di esercitazioni sceniche per i giovani attori. Dalla sua scuola passeranno tantissimi degli attori e dei comici oggi più popolari e apprezzati: Flavio Insinna, Gabriele Cirilli, Chiara Noschese, Enrico Brignano, Rodolfo Laganà, Francesca Reggiani, Giorgio Tirabassi, Paola Tiziana Cruciani.

Non solo teatro ma anche cinema, dove debuttò come comparsa nel film Il nostro campione di Vittorio Duse e poi in un film di Ettore Scola fino poi al successo di Febbre da cavallo con Enrico Montesano.

Nella sua lunga carriera anche tanta televisione, debuttò come conduttore con Fantastico 4 nel 1983, negli anni fu protagonista di diversi one man show fino all’ultimo, di grande successo, in onda su Rai1 nei sabati sera di gennaio 2017: Cavalli di Battaglia, show che raccoglie i migliori sketch del maestro. E’ stato anche giudice apprezzato a Tale e quale show e conduttore dell’evento di apertura di Matera come capitale europea della cultura nel 2019. Ma per la tv è stato protagonista anche di numerose fiction, dall’indimenticato Maresciallo Rocca che gli diede la definitiva consacrazione di fronte al grande pubblico popolare all’ultimo suo lavoro Una pallottola nel cuore. 

Nella sua ultima intervista di metà ottobre su Repubblica aveva dichiarato di essere al lavoro su un libro e di aver appena girato un film. Sul rapporto con la sua età, alla viglia degli 80 aveva detto:

“La vecchiaia c’è e non puoi farci niente.[…] E’ una malattia da logoramento, però non mi va di essere pessimista, ringrazio i miei genitori per il senso dell’ironia. Aiuta. Pensi ai capelli. Mi sono liberato da quando non mi tingo più. Girando Il maresciallo Rocca cominciavo a imbiancare, bisognava ritoccare sempre: sembravo incatramato. Una volta venne uno a farmi la tinta a casa e uscì fuori un colore violaceo. Sul set erano disperati. Allora ho deciso di tagliarmi i capelli. Per abituarti al bianco ci metti tempo, passi davanti a una vetrina e ti domandi. chi è quel signore anziano?”