Francesca Fagnani porta le sue Belve su Rai 2: “È un progetto mio, sento l’orgoglio ma anche la responsabilità”

Francesca Fagnani è pronta a debuttare in seconda serata su Rai 2 con una nuova edizione di “Belve”. Una carriera, la sua, che è iniziata a New York grazie ad un dottorato di ricerca, seguita poi dall’approdo a Rai International al fianco di Claudio Fusi, Giovanna Botteri, Gerardo Greco e Giovanni Floris. E poi lo stage da Giovanni Minoli, l’esperienza a La storia siamo noi e quella ad Annozero.

Intervistata da Repubblica, la giornalista ed ideatrice del programma ha parlato innanzitutto di come il format si sia trasferito dal palinsesto di Nove – che ha ospitato le prime tre stagioni – a quello della seconda rete: “Il direttore Ludovico Di Meo ha mostrato subito curiosità, con Seconda linea è andata com’è andata, il programma è stato chiuso, ed è venuto naturale puntare su Belve. Sono veramente contenta, è un progetto mio, sento l’orgoglio ma anche la responsabilità“.

Le ospiti della prima puntata saranno Rosalinda Celentano Arisa. Le prossime settimane coinvolgeranno invece, tra le altre, Bianca Berlinguer, Sabina Began, Asia Argento, Sonia Bruganelli Anna Carrino.

Non solo volti femminili nello studio di Belve, ci saranno anche due uomini: “uno è Marco Travaglio, l’altro da decidere“.

All’appello risponderanno anche le donne della politica, da Virginia Raggi a Laura Ravetto: “Quelle di sinistra sono restie, è il quarto invito che faccio a Maria Elena Boschi, ha sempre declinato. Forse mi sbaglio, non è una belva. Peccato che l’avvocatessa Giulia Bongiorno mi abbia detto no, ha molto da raccontare“.

Mi piacciono tutte le donne che giocano all’attacco, anche sbagliando, e non sono mai gregarie: scelgono chi essere. Mi ha colpito Rosalinda Celentano, è la più bella del mondo e rivolge la ferocia contro sé stessa. Racconta il suo male di vivere ma sa vedere il lato comico nella tragedia“.

L’elemento più stimolante del format è che si potranno porre tutte le domande: “Ci sono cose che non chiedi per pudore, perché non sta bene. Io chiedo qualunque cosa. Mi piace raccontare le ombre per far venire fuori la luce”.

Negli incontri mi interessa la rivendicazione della fierezza e delle fragilità. Siccome cerchiamo di esporre la parte miglior attraverso i filtri invece di giocare a viso aperto, cerco di far venire le ospiti allo scoperto, anche se non mi piace quello che dicono” come è successo con la camorrista Cristina Pinto o l’ex terrorista Adriana Faranda.

Esprime, invece, dispiacere per il “no” di Francesca Mambro: “Puoi intervistare tutti, l’importante è come lo fai. Occupandomi di criminalità, penso che se conosci il male, lo eviti e lo capisci. I testimoni della storia sono preziosi per capire le storie, sono l’unica voce diretta e non mediata. Posso fare a braccio di ferro ma non avvertono mai il pregiudizio. Ho la stessa apertura ad ascoltare chicchessia, l’importante è fare le domande“.