Che il panorama televisivo italiano (e non solo) sia stato stravolto dalla pandemia da Covid-19 non è una novità. Siamo ormai abituati a vedere studi senza pubblico, con il conduttore solo e senza il calore di applausi e ovazioni. Qualcosa a cui già non facciamo più caso. Ma gli effetti di questa emergenza che stiamo vivendo, purtroppo, toccano le emittenti anche sotto il punto di vista economico.
Riduzione drastiche degli investimenti pubblicitari nel corso dei primi mesi della pandemia hanno portato grandi editori a fronteggiare ingenti cali degli introiti. Da Mediaset a Sky, da Discovery a Cairo Editore, nessuno è stato risparmiato. Men che meno la TV pubblica, Rai, che, già in situazioni di bilancio precarie nell’era pre-Covid, ora risente del colpo maggiore.
Vi avevamo parlato nel mese di luglio delle prospettive negative che prevedevano ingenti perdite per il 2020 e per il 2021, perdite che l’attuale CdA insediato a Viale Mazzini puntava a curare con tagli alle produzioni e ai costi superflui. La Rai sta cercando di mantenere queste “promesse” e, dopo aver visto girare per diversi giorni la notizia di una possibile chiusura di Rai Sport e l’accorpamento di Rai Storia e Rai 5, un’altra soluzione assai drastica sembra essere al vaglio dell’azienda pubblica.
Come riporta oggi il quotidiano La Repubblica, in casa Rai si sarebbe pronti ad abbandonare uno studio che ha fatto la storia della tv: l’Auditorium del Foro Italico. Da li sono andati in onda programmi come Carramba! Che sorpresa ed è attualmente casa di Ballando con le Stelle e della serata dedicata a Telethon.
Il motivo di questa scelta sofferta, è dovuto all’ingente canone d’affitto. Il Ministero dello Sviluppo Economico, attraverso la controllata Sport e Salute S.p.A., chiede alla Rai (sempre di proprietà del MiSE), 850mila euro di affitto annui. L’azienda però, sommando i costi di gestione della struttura, sborsa una cifra non inferiore ai 1,8 milioni. Da qui la scelta di trovare una soluzione alternativa, in primis dialogando con l’altra parte del contratto per cercare di abbassare il canone. L’alternativa è trasferire tutte le attrezzature in nuovi studi e abbandonare la struttura statale (anche se il risparmio stimato non sarebbe ingente). Benché il dialogo sia già iniziato, come tempistiche si parlerebbe di mesi. Milly Carlucci può quindi stare tranquilla: per il momento Ballando con le Stelle non verrà sfrattato.
Il tutto si pone in un contesto molto complicato, fatto da altri tagli che interesseranno l’editore. Fabrizio Salini, a.d. dell’azienda pubblica, ha infatti evidenziato, in una lettera inviata alla Commissione di Vigilanza e pubblicata dal sito Adnkronos, che si dovranno preventivare “interventi di carattere straordinario, come mai accaduto in passato”, tra i quali anche una “riperimetrazione complessiva (anche in termini occupazionali, con le inevitabili ricadute sociali)”.
Nella lettera spiega che il piano che l’azienda ha avviato al fine di ridurre i costi toccherà diversi ambiti a partire da quello dell’offerta con una razionalizzazione del palinsesto, una rimodulazione del piano annuale per le fiction e una rinegoziazione dei diritti sportivi in alcuni contratti. Dal punto di vista del personale si andrà verso una razionalizzazione dei costi esterni, degli uffici e del telelavoro.
Nonostante si tratti di interventi importanti, Salini avvisa che “sono ancora insufficienti per riportare i dati economici in un’area di sostenibilità“. Saranno poi prese una serie di iniziative già anticipate dalla stampa quotidiana quali la positicipazione dell’apertura del canale in lingua inglese e del canale istituzionale “al fine di poter disporre di risorse adeguate allo sviluppo di un’offerta tematica che sia effettivamente attrattiva per il pubblico”.
Poi si torna a parlare della discussa chiusura di Rai Sport “e valorizzazione degli eventi sportivi principali sui canali generalisti” e dell’accorpamento di “Rai 5 e Rai Storia in un unico canale tematico dedicato alla cultura che garantisca più ampia attrattività in termini di contenuti editoriali”. Operazioni fondamentali, secondo l’a.d., soprattutto nel caso in cui la Rai “non riesca a recuperare i 16 euro di canone per singolo utente”. Infatti, proprio sul canone rilancia l’amministratore, sottolineando come l’azienda dovrebbe poter accedere interamente ai 90 euro unitari invece degli attuali 74: “Con l’attuazione dei citati interventi si registrerebbe una significativa riduzione delle perdite, senza però modificare strutturalmente la posizione economico finanziaria nel medio termine”, così Salini in chiusura della lettera.
Si preannuncia quindi un periodo di manovre drastiche e molto importanti per l’azienda di Viale Mazzini, ma più che mai necessarie al fine di garantirle una stabilità economica minata da un evento mondiale non prevedibile.