#EleonoraDaniele: “Come la mia maternità e l’emergenza hanno cambiato e cambieranno #StorieItaliane”

Sono passati appena due mesi da quando ha lasciato lo studio di Storie Italiane e ha messo alla luce la sua primogenita Carlotta. Per Eleonora Daniele la prima parte del 2020 è stata particolarmente intenso ed emozionante. Il Covid-19 ha costretto la Tv a un restyling profondo e anche la sua, ormai storica, trasmissione ha subito un forte cambiamento.

In un’intervista di stamane rilasciata a Il Giornale, la giornalista racconta la sua nuova esperienza di madre, ma anche il complicato periodo vissuto durante il lockdown. La diretta quotidiana, unita alla costante informazione circa i dati della pandemia, hanno reso Storie Italiane una finestra sul mondo per i tanti italiani che, tutte le mattine, si sintonizzavano su Rai 1 per cogliere nuovi aspetti e novità importanti.

Noi, oltre a raccontare la cronaca, ci siamo dati il compito di trasmettere anche un messaggio di speranza, raccogliendo le testimonianze di chi ce l’aveva fatta e di chi era in prima linea come medici e infermieri” – afferma la Daniele. Il racconto, fatto da voci dirette, del momento storico appena trascorso, ha emozionato e reso il programma un punto di riferimento per i telespettatori.

Una maratona informativa diversa e incentrata esclusivamente sul corona virus, ma ai cui ritmi Eleonora Daniele è stata abituata per anni, grazie all’esperienza maturata durante i suoi sette anni alla guida di Uno Mattina. Una palestra lavorativa che è riuscita a formarla professionalmente e le ha permesso di appassionarsi al mondo del giornalismo a tutto tondo.

La maternità, infine, nell’ultimo periodo, ha fortemente trasformato il suo carattere e linguaggio, anche dal punto di vista televisivo. A settembre, con la nuova stagione di Storie Italiane, Eleonora Daniele si dice pronta a promuovere un nuovo registro, sia emotivo che comunicativo, nella narrazione degli eventi. In particolare, la giornalista padovana esprime a Il Giornale la volontà inserire nuovi spazi dedicati alle donne e al racconto della speranza: “attraverso testimonianze positive di cui c’è tanto bisogno, soprattutto se pensiamo alle persone colpite anche economicamente dalla pandemia.”