#ElenaSofiaRicci: “La mia #RitaLeviMontalcini, vera e toccante: un grande esempio per i giovani”

Un omaggio ad uno dei più grandi personaggi della recente storia italiana: Rita Levi Montalcini. A vestirne i panni, nell’atteso TV movie diretto da Alberto Negrin in onda questa sera, giovedì 26 novembre su Rai 1, è Elena Sofia Ricci.

L’attrice, intervistata dal settimanale TV Sorrisi e Canzoni, ha spiegato, come ha fatto a renderla fisicamente così bene. Questo è il risultato di un impegnativo lavoro quotidiano al quale si è sottoposta con grande abnegazione: “per prepararmi ci volevano due ore e mezzo di trucco. Rita non era facilissima da fare, abbiamo tutti il ricordo di com’era negli ultimi anni, ma io dovevo restituirla più giovane, intorno ai 78 anni. Così sono andata da Emanuela Aureli. Con lei abbiamo lavorato sull’imitazione, poi abbiamo cominciato a togliere, perché non doveva essere caricatura, ma vera e toccante“.

Proprio questo è stato l’animo con il quale la Ricci ha sposato il progetto coprodotto da Rai Fiction e Cosmo Production EU: “la prima cosa è farlo con rispetto. La Montalcini ha una storia molto complessa. L’avevo amata e conosciuta attraverso i suoi libri ancora prima che quattro anni fa mi fosse presentato il progetto su di lei”.

Un progetto che “è rimasto fermo per un po’ perché tutte le ricerche di cui si parla nel film non erano state ancora messe a punto. Poi, quando finalmente alcuni dei farmaci che sono stati sintetizzati grazie alla scoperta di Montalcini sono diventati accessibili, abbiamo fatto il film, che però è liberamente ispirato alla sua storia”.

La biografia ha inizio alla fine degli Anni 80. Nonostante abbia vinto il Nobel, la scienziata non è soddisfatta perché il Fattore di crescita nervosa, da lei identificato, non è ancora diventato una cura. Un nuovo stimolo le arriverà dall’incontro con una piccola violinista che rischia di perdere la vista.

Seppur alcuni nomi siano stati cambiati e alcune storie romanzate, Elena Sofia Ricci ci tiene a precisare che “non c’è niente di inventato. La ragazzina di cui si parla nel film è esistita sul serio, anche se non era una violinista. Ci siamo concentrati sugli anni del Nobel, il 1986, ma ci sono molti flashback: la sua infanzia a Torino, le leggi razziali, la vita da studentessa quando era l’unica donna a voler fare il medico. Un grande esempio per i giovani.

Nella preparazione del personaggio, l’attrice ha visitato anche la camera dove ha vissuto la Montalcini: “c’era un branda con un materasso enorme per dormire. Ma passava il tempo a studiare. In camera aveva il microscopio, tantissimi cd di musica classica e sulla libreria erano appiccicati con lo scotch dei foglietti con scritte francesi importanti per lei, tra cui spiccava Sapere aude di Kant, ossia Osa conoscere, osa sapere“.