La notizia è arrivata ieri, giovedì 10 febbraio: dopo una lunga malattia, è morta a 78 anni Donatella Raffai, storico volto Rai e prima conduttrice, nel 1989, della trasmissione di Rai3 “Chi l’ha visto?”.
Tanti i ricordi e i messaggi di cordoglio, tra cui spiccano ovviamente quelli della redazione di “Chi l’ha visto?” e di Federica Sciarelli, che ha dichiarato:
“Non l’ho mai conosciuta di persona, ma è come se fosse stata la mia compagna di viaggio. Ho avuto l’onore di prendere il testimone da una grande professionista. È stata Donatella Raffai a fare grande ‘Chi l’ha visto?'”.
A questo messaggio si è aggiunto un comunicato con cui anche la Presidente della Rai, Marinella Soldi, e l’Amministratore Delegato Rai, Carlo Fuortes, hanno espresso il loro cordoglio:
“Con Donatella Raffai perdiamo una grande professionista della comunicazione e una donna indipendente e capace di scelte non scontate. In Rai ha dato voce e volto a trasmissioni di successo in radio e in video. Con lei alla conduzione è nato ‘Chi l’ha visto’, uno degli appuntamenti più longevi e seguiti della televisione di servizio pubblico. Il suo stile incisivo e diretto ha fatto scuola e ha caratterizzato una stagione della televisione italiana“.
Oggi anche noi di CheTVfa vogliamo ricordare questa grande conduttrice, ripercorrendone la carriera televisiva ma non solo. Un modo, questo, per farla conoscere anche a chi, magari per la giovane età, non ha mai avuto modo di seguirla e apprezzarla.
Nata a Fabriano (Marche) e trasferitasi successivamente a Roma, Donatella Raffai iniziò la sua carriera facendo l’attrice nel film del 1960 “Dolci inganni“ di Alberto Lattuada.
In seguito iniziò a lavorare nel settore discografico per la RCA come responsabile delle pubbliche relazioni e anche come curatrice d’immagine di alcuni cantanti (ad esempio di una giovanissima Nada, che affiancò nel suo debutto al Festival di Sanremo nel 1969, e dell’esordiente Claudio Baglioni).
Nel 1971 iniziò a lavorare in Rai dove condusse inizialmente alcune trasmissioni radiofoniche (“Voi e io”, “Radio anch’io”, “Chiamate Roma 3131”), per poi approdare in TV alla fine degli anni Ottanta come autrice e conduttrice di varie trasmissioni di approfondimento giornalistico e di cronaca della Rai3 di Angelo Guglielmi, come “Telefono giallo”, “Filò”, “Posto pubblico nel verde” e “Camice bianco”.
Nel 1989 arrivò il successo con la conduzione del programma “Chi l’ha visto?”, condotto insieme a Paolo Guzzanti (nella prima edizione del 1989) e a Luigi Di Majo (nelle edizioni 1989-1990 e 1990-1991). Il programma ebbe enorme consenso, tanto che nel 1990 la Raffai vinse sia il Telegatto che l’Oscar TV come “personaggio televisivo femminile dell’anno”.
Nell’autunno del 1991, decisa a intraprendere nuove sfide per la sua carriera, lasciò la conduzione del programma che aveva portato al successo e che le aveva dato la fama e si dedicò a “Parte civile”, un programma di denuncia di ingiustizie verso i cittadini in onda in prima serata sempre su Rai3. La trasmissione proseguì per tutta la stagione, ma non venne riproposta nei palinsesti dell’anno successivo.
Nell’autunno del 1992 condusse sempre su Rai3 il programma preserale “8262″, rubrica quotidiana nata con l’obiettivo di fare da traino al Tg3 delle 19.00, che però venne cancellata dopo poche settimane per bassi ascolti.
Nel gennaio del 1993 tornò quindi alla conduzione di “Chi l’ha visto?“, questa volta in solitaria, e ci rimase fino all’aprile del 1994, quando venne sostituita.
Fu anche autrice di 2 libri ispirati alla trasmissione: Chi l’ha visto?, pubblicato nel 1990, e Scomparsi del 1991.
Nell’autunno del 1994 passò a Rai2 per condurre il format quotidiano di approfondimento sulle interrogazioni parlamentari “Filo da torcere” che però, dopo continui slittamenti, venne cancellato dai dirigenti Rai ancor prima di andare in onda.
Nel gennaio del 1995 approdò su Rai1 per condurre il talk show di seconda serata “Anni d’infanzia”, incentrato su tematiche legate all’infanzia.
Nella stagione 1995-1996 condusse in tarda notte sempre su Rai1 il programma “Lasciate un messaggio dopo il bip”, mentre nella stagione 1997-1998 prese parte come inviata ad alcune puntate di “Domenica in”, in quell’edizione diretta da Michele Guardì e condotta da Fabrizio Frizzi.
Per il suo approccio molto professionale a tematiche umanitarie, unito a una certa fermezza nella conduzione, venne definita come una donna che “gronda umanità da tutti gli artigli”.
Dopo alcune polemiche con la Rai, alla fine del 1999 passò a Mediaset, dove condusse “Giallo 4″, programma di Rete4 concepito come un remake del “Telefono giallo“ di Rai3 e dedicato a fatti di cronaca nera italiana rimasti irrisolti. La trasmissione, a causa dei bassi ascolti, non fu confermata nella stagione successiva e fu quindi l’ultimo programma TV condotto da Donatella Raffai prima di abbandonare la televisione e ritirarsi a vita privata.
Prima di concludere vi ricordiamo che la Rai, per ricordare e omaggiare Donatella Raffai, ha realizzato uno speciale in onda oggi, venerdì 11 febbraio, alle 19.30 su RaiStoria e in replica domani, sabato 12 febbraio, alle 11.50 sempre su Rai Storia, con immagini dei programmi che l’hanno vista protagonista e interviste in cui la giornalista raccontava sé stessa e la propria professione. Nel programma, in particolare, trovano posto le aperture delle prime puntate di “Telefono Giallo” con Donatella Raffai in compagnia di Corrado Augias, nel 1987, e di “Chi l’ha visto?”, nel 1989, il programma con il quale, come abbiamo detto precedentemente, la giornalista divenne un’icona del servizio pubblico e tra le più amate, anche per il tatto nel raccontare storie drammatiche. Tra professione e vita privata, inoltre, vengono riproposte anche le sue interviste alla trasmissione “Harem”, con Catherine Spaak, nel 1990 e a “Racconti di vita”, nel 1999, con Giovanni Anversa.