Da Grande, lo show di Cattelan sa di “già visto”, ma per Rai 1 è una scommessa sul futuro

Da Grande, lo show-evento in due puntate di Alessandro Cattelan su Rai 1, ha i suoi alti e i suoi bassi. La prima (e direttamente penultima) puntata del programma parte in quarta con un’apertura stile musical molto forte, calda e che coinvolge lo spettatore. Energia e trasporto però svaniscono in fretta, appena finita l’introduzione, con l’arrivo dei ragazzi de “Il volo”. Quanto accumulato durante la sigla, si perde in un blocco decisamente troppo lungo, disordinato, a tratti anche noioso.

Dopo circa 45 minuti arriva il momento di andare in pubblicità e voltare, finalmente, pagina. Ed ecco che il “nuovo grande show” di Rai 1 inizia a sapere di già visto, anche se su altri schermi: Da Grande è un E Poi C’é Cattelan promosso dalla prima rete della pay-tv alla prima rete della free-tv. La scrivania, le tazze, la band degli Street Clerks, le chiaccherate seduti con gli ospiti. Se non fosse per il logo “Rai 1” potremmo benissimo pensare di trovarci davanti al defunto show di Sky Uno. Completano il pacchetto le “TV Advisor” con Antonella Clerici, tipiche delle interviste di Cattelan nel suo show targato Sky.

Si tratta di una novità assoluta da un punto di vista dei contenuti? No. E’ un progetto da cestinare? Nemmeno.

Seppur con qualche problema, la prima serata è stata tutto sommato godibile e anche divertente. Ben studiati gli intermezzi musicali di Marco Mengoni, l’omaggio a Raffella Carrà fatto da Elodie e la chiusura di Blanco. Piacevoli, anche se avranno fatto storcere il naso a qualcuno in quel di Milano Santa Giulia, le chiaccherate seduti alla scrivania (forse però più adatte ad “late show” in seconda serata e non ad un intrattenimento di prime time). Simpatici e apprezzabili gli interventi in diretta di Argentero, Bonolis e Conti. Assolutamente da segnalare il cross-over con “E’ sempre mezzogiorno” avvenuto proprio nello studio della trasmissione di Antonella Clerici (situato a fianco di quello di Da Grande) con il conseguente siparietto semi-comico che si è generato.

Si è rivelata invece una grande pecca del programma la gestione di tempi. Ospiti importanti, come Bonolis, introdotti oltre le 23:30 (chiusura prevista alle ore 00:00) e liquidati in fretta e furia senza troppi formalismi nemmeno 15 minuti dopo proprio a causa di blocchi eccessivamente lunghi inseriti all’inizio della puntata.

Da Grande si propone come “battesimo” di un conduttore “giovane” per la generalista, un varietà molto caotico e con parecchi difetti, forse anche un po’ vuoto per essere considerato “evento”, che sicuramente non pretende di rappresentare una novità assoluta per la tv, cosa che invece è per Rai 1. Grande battage pubblicitario in molteplici trasmissioni del daytime, ospiti importanti e alte aspettative per uno show, ma soprattutto per un conduttore, scelto per svecchiare il linguaggio di una rete volenterosa di rivolgersi sempre più ad un pubblico non solo over. Una scommessa su cui Rai e Rai 1 hanno puntato (evidentemente anche in termini economici) molto. E allora la domanda è una: Cattelan è abbastanza “grande” per la prima serata e per il pubblico di Rai 1?