Da questa sera su Canale 5 la nuova serie #IlProcesso con protagonisti Vittoria Puccini e Francesco Scianna

COLONNA SONORA

La sigla. Ho pensato a Bury a friend di Billie Eilish per la sigla de “Il Processo” perché volevo una canzone che parlasse al nostro pubblico senza limiti di età e confini. Bury a friend è un pezzo attuale, pop, misterioso, inquietante e sensuale, caratteristiche della serie e di tutta la colonna sonora originale.

Stefano Lodovichi

 

Il compositore. La scrittura della musica per una serie tv mi appassiona molto, è un lavoro per cui è necessario entrare in contatto con la storia creata dagli sceneggiatori e con il concept che il regista ha in mente, ancor prima che con le immagini. Nel caso de “Il Processo”, il 75% della colonna sonora è stata scritta prima ancora dell’inizio delle riprese, cosa che ha permesso a Stefano Lodovichi di usare la musica sul set per accompagnare i vari ciak.
La prima linea narrativa che musicalmente ha affascinato me e il regista, è stata quella relativa a uno dei grandi classici del comportamento patologico umano: la profonda e squilibrata convinzione nel pensare di essere altro da sé. Abbiamo pensato dunque che uno dei principali ruoli della musica fosse quello di rappresentare il fondo della città, l’insieme di nefandezze che i personaggi della nostra storia hanno nascosto, come la polvere sotto il tappeto, per convincersi di possedere una limpidezza e un’onestà, in realtà inesistenti. Abbiamo pensato che la musica dovesse sgorgare dal profondo delle persone poste sotto la pressione degli interrogatori processuali, come accade alle acque scure che risalgono dai tombini spinte da una pioggia incessante. Suoni scuri e profondi che cercano di colpire in maniera immateriale e di rappresentare l’ira di chi vede la propria maschera cadere.
Dall’altro lato c’era la ricerca della verità, che abbiamo pensato tragica e struggente, non priva di contraddizioni, da esprimere con suoni più chiari, che fluttuano sopra lo scuro, volano come gli uccelli predatori che attendono il momento giusto per sferrare il colpo.

Giorgio Giampà

 

L’autrice delle canzoni originali. Il primo punto di contatto con il lavoro è stato l’ascolto della colonna sonora di Giorgio Giampà. Mi sono sentita subito molto affine alle sonorità e ai timbri che erano stati scelti. Il concept che lui e Stefano avevano costruito mi ha permesso di addentrarmi meglio nel loro immaginario e vedere i primi montaggi delle puntate mi è stato di ulteriore aiuto.
Volevo creare delle tessiture molto dense, cercando di evocare atmosfere distanti, suoni che arrivassero da un ricordo, come se emergessero da un mondo sommerso.
Mi sento molto vicina alle sonorità del mondo elettronico, soprattutto quello nord-europeo
Ho fatto un ampio uso della mia voce sia come strumento principale che secondario, dandole ruoli diversi: manipolandola attraverso l’uso di distorsori, pitch shifter, utilizzando samples e loops vocali e armonizzazioni per creare pattern ritmici e pads. Un aspetto che mi ha affascinato in particolare era il contrasto molto forte che emergeva dalla narrazione: due donne diverse tra loro e molto profonde, ciascuna con molti segreti e pronte a tutto per fare in modo che rimanessero tali. A partire da questa dicotomia tra due femminilità così diverse, ma in qualche modo vicine, ho cercato di mantenere sia colori più dark, enigmatici, che timbri più eterei, intimi e dolci.

Ginevra

[segue… IL REGISTA E GLI AUTORI (pag. 5)]