#ClaudioAmendola presenta #NeroaMetà2: “Quanto mi somiglia l’ispettore Guerrieri. Ci saranno argomenti scottanti”

Attraverso una conferenza stampa, è stata presentata lo scorso giovedì il sequel di “Nero a metà”, il poliziesco/comedy di Rai 1 che, forte del binomio tra i protagonisti interpretati da Claudio Amendola e Miguel Gobbo Diaz, inaugurerà, dal 10 settembre, la nuova stagione di Rai Fiction.

Forte del successo della prima serie, i nuovi episodi prodotti da Cattleya in collaborazione con Netflix e sempre diretti da Marco Pontecorvo, declineranno ancora una volta il tema della diversità, al centro della cronaca quotidiana e dei casi d’omicidio che l’ispettore Carlo Guerrieri e i suoi risolveranno con intelligenza e umanità e dai quali ognuno ricaverà un insegnamento. Sullo sfondo, la multiformità della Roma di oggi.

Diverse sono state le interviste concesse in questi giorni da Claudio Amendola, dalle quali traspare un forte attaccamento nei confronti del personaggio di cui torna a a vestire i panni: “Di lui amo la fallibilità: è un uomo che sbaglia”, come racconta a Repubblica “ha difficoltà nell’ammettere gli errori e nella vita ha detto qualche bugia. Ci somiglia. Ed è anche divertente, appaga il mio ego di attore. Ormai sono quasi quarant’anni di carriera, ma preferisco dire di lavoro; ho fatto tante cose diverse, mi è piaciuto anche fare il presentatore”.

L’attore, con molta franchezza, ammette di non essere “mai stato snob. Devo tutto alla televisione. Ho iniziato con Storia d’amore e d’amicizia, una volta si chiamavano sceneggiati, poi fiction adesso serie e chissà come si chiameranno in futuro. Amo il cinema, sono onnivoro, l’unica cosa che non ho fatto”.

Nella serie, al suo fianco ritroviamo Malik Soprani, l’ambizioso poliziotto nero ora fresco di promozione. I due formano una strana coppia: affiatata nel lavoro ma sempre in attrito, anche se come ammette Amendola il loro rapporto “migliora un po’. La diffidenza iniziale non era data tanto dal colore della pelle, ma dall’innata incapacità di rapportarci con chi non conosciamo. E poi Guerrieri è geloso della figlia Alba (Rosa Diletta Rossi), ora il rapporto col ragazzo sembra chiuso. In questo non mi somiglia, non ero geloso delle mie figlie”.

Tra le new entry della serie ci sono Nicole Grimaudo (nei panni della madre poliziotta uccisa da un pirata della strada), Eugenio Franceschini e Claudia Vismara. Quest’ultima interpreta una collega di Guerrieri conosciuta in circostanze drammatiche. Tra i due scatterà subito un bisogno di vicinanza, alimentato dalle indagini che vedranno Marta dolorosamente coinvolta e che metteranno in pericolo l’intero commissariato Monti. Insomma, ci saranno molti nodi del passato che torneranno a chiedere il conto, amori che finiscono e altri che promettono di sbocciare.

Punto di forza del prodotto, come spiega Amendola a La Stampa, è il fatto di essere “stata la prima serie ad avere al centro il tema del razzismo che nella prima stagione è stato sviscerato a sufficienza. Adesso resta sempre latente ma ci ha permesso di concentrarci anche sul altri argomenti scottanti come il traffico di organi, il bullismo a scuola, le violenze in famiglia. Soprattutto mostriamo l’innata incapacità degli uomini a rapportarsi con chi è diverso. Anche a prescindere dal colore della pelle”.