Prosegue la rubrica Amarcord con la quale cheTVfa vuole andare a riscoprire alcuni dei flop televisivi più celebri dell’ultimo ventennio. Spesso un programma che non è riuscito a ottenere i risultati sperati viene chiuso anticipatamente con un’ammissione di colpe, altre volte si ingoia il boccone amaro e si va avanti, nonostante tutto, fino alla fine.
Sotto la nostra attenzione oggi “Giass”, game show ideato da Antonio Ricci, condotto da Luca e Paolo e andato in onda su Canale5 dal 16 marzo al 15 aprile 2014 per un totale di 5 puntate. Di queste 5 puntate, le prime 2 sono andate in onda la domenica sera, mentre le ultime 3 il martedì.
Al centro della trasmissione, caratterizzata da un linguaggio “politicamente scorretto“, c’era un torneo tra il Nord, il Centro e il Sud dell’Italia. In ogni puntata le varie eccellenze delle 3 aree del Paese venivano esaminate e valutate da una giuria di stranieri presieduta dallo chef e attore Andy Luotto. Ad essere giudicato era anche il capitale umano, presentato attraverso filmati provocatori raccolti in giro per l’Italia. Al termine di ogni serata, la giuria stabiliva un “vincitore provvisorio” a cui seguiva il televoto da casa, i cui risultati venivano comunicati nei giorni successivi a Striscia La Notizia, altro programma (tuttora in onda) di Ricci. Al televoto fu affidata poi, durante l’ultima puntata(che andò in onda in diretta, a differenza delle precedenti), anche l’elezione del vincitore assoluto, che si rivelò essere il Nord Italia.
A proposito di televoto, è interessante riportare una dichiarazione fatta da Ricci poco prima dell’inizio di Giass: “E’ la prima volta che faccio una trasmissione col televoto dopo averlo denunciato più volte come sistema poco chiaro”.
Nell’arco delle 5 puntate, si alternarono poi i monologhi di diversi comici, alcuni già affermati (come Nino Formicola, Giobbe Covatta o Pino Campagna) e altri più giovani, reclutati in giro per l’Italia dagli stessi Luca e Paolo. In ogni puntata c’era inoltre un contributo filmato di Virginia Raffaele, mentre l’attore e scrittore palermitano Pino Caruso vestiva i panni di una specie di Presidente della Repubblica, stando seduto su uno scranno e operando dalla “regia occulta”. Infine in studio era presente anche un gruppo di musica e cabaret proveniente da Bari, “La Rimbamband”.
Non mancarono vari ospiti, tra i quali ricordiamo Fiorello e Alessandro Cecchi Paone.
La sigla del programma, cantata per l’occasione dai conduttori Luca e Paolo, era Tanti auguri dell’indimenticabile Raffaella Carrà.
Il programma, volutamente “politicamente scorretto”, fu oggetto di varie critiche, tra le quali ricordiamo quella del noto critico tv Aldo Grasso, che parlò, riferendosi appunto a Giass, di “comicità scarica”. Oltre all’insuccesso di critica, il programma si trovò davanti anche un grande flop di ascolti: già dalla prima puntata infatti fece registrare ascolti decisamente bassi(un misero 12,02% di share con 3.427.484 telespettatori). Non andarono meglio le puntate successive che, anzi, fecero registrare ascolti ancora più bassi, seppure altalenanti: 7,81% la seconda, 10,43% la terza, 8,40% la quarta e 9,22% la quinta. Visti questi dati, che continuavano a non essere buoni anche dopo lo spostamento dalla domenica al martedì, Mediaset decise di chiudere in anticipo la trasmissione.
In conclusione è interessante ricordare un’altra dichiarazione, stavolta del giornalista Gad Lerner, il quale definì l’insuccesso di Giass una “felice evoluzione nel gusto degli italiani”. Insomma, non proprio un programma memorabile…