CHIUSO PER FLOP: Ci tocca anche Vittorio Sgarbi, il talk show sui generis di Vittorio Sgarbi non va oltre la prima puntata

Prosegue la rubrica Amarcord con la quale cheTVfa vuole andare a riscoprire alcuni dei flop televisivi più celebri dell’ultimo ventennio. Spesso un programma che non è riuscito a ottenere i risultati sperati viene chiuso anticipatamente con un’ammissione di colpe, altre volte si ingoia il boccone amaro e si va avanti, nonostante tutto, fino alla fine.

Sotto la nostra attenzione oggi “Ci tocca anche Vittorio Sgarbi”, il talk show sui generis condotto, come si intuisce dal titolo, da Vittorio Sgarbi (il cui nome, anagrammato in Or vi sbigottirà, costituiva il sottotitolo della trasmissione) e andato in onda su Rai 1 in prima serata solamente il 18 maggio 2011. Le puntate inizialmente previste erano però sei.

Il programma fu considerato la risposta “di destra” a Vieni via con me, trasmissione di Rai 3 condotta da Fabio Fazio e Roberto Saviano nell’autunno del 2010.

Il format era incentrato sulla figura del conduttore che, attraverso lunghi e articolati monologhi, si proponeva di affrontare vari argomenti molto diversi tra loro, anche senza un filo logico o un ordine prestabilito.

Già prima della messa in onda il programma venne sommerso da polemiche per i costi di produzione, ritenuti spropositati: secondo Il Fatto Quotidiano essi ammontavano a 8 milioni di euro per le 6 puntate previste. Il conduttore replicò, sottolineando che “i costi della  trasmissione sono i costi della cultura” e aggiungendo che “anche Pompei costa”. Inoltre, arrivò addirittura a querelare  il quotidiano per la diffusione di quella cifra, definita “inverosimile“.

Analizzando più specificatamente la trasmissione, ricordiamo che il tema principale della prima (e unica) puntata fu “la figura del padre”, argomento che venne affrontato con vari ospiti, tra cui il cantautore Morgan ma anche il figlio e il padre dello stesso conduttore.

Questa puntata si rivelò un vero e proprio flop: ottenne infatti appena l’8,27% di share con 2.064.000 telespettatori, dati significativamente al di sotto degli standard di Rai 1, e venne addirittura superata, oltre che dalla diretta concorrenza di Canale 5, anche da Rai 2, Rai 3 (che vedeva in onda Chi l’ha visto? con una puntata dedicata all’omicidio di Melania Rea) e Rete 4. In seguito a questi risultati, il direttore generale della Rai Lorenza Lei e il direttore di rete Mauro Mazza decisero l’immediata sospensione della trasmissione.

Il conduttore Vittorio Sgarbi prese atto della decisione e, non senza un tono polemico, dichiarò: “Non mi pento e non mi piego, sapevo quello che volevo fare e sono ancora convinto che la cultura debba poter andare in prima serata”. Di fronte alle critiche si assunse poi tutte le responsabilità  (“Sono io l’autore, sono io il responsabile, l’unica prestazione che mi ha lasciato insoddisfatto è la mia“), ma non si fece comunque mancare un attacco al pubblico italiano: “Vuol dire che la gente preferisce seguire la storia dell’assassinio di Melania (Rea, ndr) su ‘Chi l’ha visto?’, io preferisco Federico Zeri e Pasolini“. Infine, un’ultima stoccata: “Il mio programma è morto, io no“…