“La scomparsa di Franco Di Mare è per la Rai, per la quale si è sempre speso con passione e professionalità, motivo di profondo dolore, al quale si unisce la riconoscenza per quanto fatto nel corso della sua lunga carriera che lo ha spesso visto in prima linea per raccontare coraggiosamente i conflitti nel mondo. Una passione che lo ha accompagnato anche nei programmi condotti successivamente, nei ruoli dirigenziali ricoperti e nell’esperienza del programma di inchiesta ‘Frontiere’ da lui condotto fino al 2023”
Così la Rai in una nota ha ricordato Franco Di Mare, il celebre giornalista morto ieri, venerdì 17 maggio, a causa di un mesotelioma, un tumore molto aggressivo che aveva scoperto circa 3 anni fa. Malattia di cui il pubblico era però venuto a conoscenza solo recentemente, il 28 aprile scorso, quando il giornalista era stato ospite a “Che tempo che fa” di Fabio Fazio, dove aveva anche spiegato che la causa potrebbe essere l’amianto respirato negli anni in cui era inviato di guerra. In quella stessa intervista (che potete recuperare su Discovery+ o su YouTube) aveva anche espresso la sua amarezza per il comportamento, definito “ripugnante”, della Rai che, negli ultimi tempi, gli aveva voltato le spalle, non dandogli neanche lo “stato di servizio”, necessario per poter ricostruire l’iter della sua carriera lavorativa e capire dove e come poteva aver contratto il tumore. Vicenda che poi si è “risolta” il 7 maggio, quando, come dichiarato dall’Amministratore Delegato della Rai Roberto Sergio, a Di Mare è stata inviata “la documentazione che aveva richiesto”.
Appresa la notizia della sua morte, sono stati tanti i ricordi e i messaggi di cordoglio, provenienti da colleghi e colleghe (come Francesca Fialdini, Benedetta Rinaldi, Paola Perego, Alberto Matano), da diversi esponenti politici e anche da moltissime persone comuni che lo hanno apprezzato in tanti anni di televisione.
Anche noi ci vogliamo unire a questo ricordo, e lo facciamo ripercorrendo in breve la sua carriera giornalistica e televisiva.
Nato a Napoli nel 1955, Franco Di Mare inizia la sua carriera giornalistica collaborando con il quotidiano “l’Unità”. Nel 1983 diventa giornalista professionista, mentre nel 1991 viene assunto in Rai, al Tg2 di cui nel 1994 diventa inviato. Nel 2002, sempre come inviato, passa alla redazione “Esteri” del Tg1. Da inviato ha seguito tutti i conflitti degli ultimi vent’anni: prima e seconda guerra del Golfo, Kosovo, Somalia, Mozambico, Algeria, Albania, Etiopia, Eritrea, Ruanda, Afghanistan, Timor Est, Medio Oriente, America Latina e Bosnia. Ed è proprio in Bosnia che, nel 1992, durante l’assedio di Sarajevo, ha adottato una bambina di 10 mesi, che è diventata sua figlia e che ha chiamato Stella.
Ha inoltre realizzato inchieste e reportage a seguito di attentati terroristici e calamità naturali – tra cui lo speciale da New Orleans sull’uragano Kathrina insieme a Renzo Arbore – e intervistato eminenti personalità del mondo della politica e della cultura come Tony Blair, Simon Peres, Yasser Arafat.
Dal 2003 diventa volto di Rai 1 dove conduce vari programmi, come “Unomattina Estate” (2003-2004), “Unomattina” (2004-2005, 2011-2013, 2014-2019), “Unomattina weekend” (2010-2011), “Sabato & domenica” (2005-2009), “La Vita in diretta” (2013-2014) e diverse serate speciali tra cui il “Premio Lucchetta” e il “Premio Ischia”. Nel luglio 2016, sempre su Rai 1, conduce il programma di approfondimento di seconda serata “Frontiere”, che tornerà poi nel 2019.
Sempre nel 2019 viene nominato responsabile della struttura “Approfondimenti e Inchieste” di Rai 1, in qualità di Vicedirettore e di Caporedattore. Nel maggio 2020 gli viene poi affidata la Direzione di Rai 3, rete su cui passa anche la sua trasmissione “Frontiere”, che continua a condurre fino a maggio 2023.
Ha anche scritto vari romanzi, tra cui “Non chiedere perché” sulla storia dell’adozione di sua figlia: da questo libro è stata tratta la miniserie televisiva “L’angelo di Sarajevo”, andata in onda su Rai 1 nel 2015 (e sempre disponibile su RaiPlay).
Nel corso della sua carriera ha ricevuto vari premi tra cui due Oscar della Televisione, il premio “Giornalista dell’anno“, il premio “Cimitile“, il premio “Maria Grazia Cutuli“, il premio “Ilaria Alpi”, il premio Internazionale “Eserciti e Popoli”, il premio “Personalità europea dell’anno”, il premio “Città di Fiumicino”, il premio “A prescindere“, il premio “Margutta” e il Premio Letterario “La Tore isola d’Elba”.
Il suo ultimo lavoro è stato il libro “Le parole per dirlo. La guerra fuori e dentro di noi”, uscito il 30 aprile 2024, in cui ripercorre le vicende che ha seguito da inviato e parla anche della sua ultima battaglia, quella più difficile che purtroppo non è riuscito a vincere, cioè la malattia. Consigliandovi caldamente di leggerlo, vi riportiamo qui un bel passaggio dell’introduzione:
“Ho vissuto una vita piena di esperienze, ho visto cose straordinarie e attraversato la Storia mentre questa scriveva le sue pagine […] Dunque, non avanzo recriminazioni. Certo, mi piacerebbe avere un po’ di tempo in più. Ma non ho perso la speranza nella ricerca. Questo libro è allora rivolto a chi sta male, perché non perda il coraggio, ma è anche e soprattutto rivolto a chi odia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie e a chi crede nella forza salvifica della scienza e dell’amore”
Ciao Franco.