E’ un Carlo Conti decisamente inedito e ancora molto provato quello che, nel corso della trasmissione visibile in esclusiva su RaiPlay “Ossi di Seppia”, ha rivissuto alcuni dei momenti più belli e raccontato aneddoti sulla vita di Fabrizio Frizzi, l’uomo dei sorrisi e degli abbracci per tutti, scomparso il 26 marzo 2018 a causa di una emorragia cerebrale e di cui oggi ricorre il terzo anniversario.
“Io non parlo volentieri di quel periodo e di quel momento – spiega Conti – Ho deciso di farlo perché è passato del tempo ed è giusto ora dare il giusto riconoscimento a Fabrizio, per il suo lavoro e per il suo pubblico, per questa grande dedizione, per tutto quello che ha lasciato”.
Dopo aver ricordato l’angoscia e lo sgomento provati il 23 ottobre 2017, giorno in cui Fabrizio è stato ricoverato d’urgenza a causa di un malore avvenuto durante la registrazione di una puntata del quiz “L’Eredità”, Carlo Conti ha confidato come per Frizzi, una volta uscito dalla terapia intensiva, l’obiettivo principale fosse quello di tornare quanto prima a casa. “Lui mi aveva sostituito quando io avevo fatto un Sanremo, poi però tornavamo entrambi, alternandoci”, ricorda. “Poi da quel momento doveva starci sempre lui e quindi non avrei mai voluto più tornarci in quello studio”.
Alla fine, però, è dovuto tornarci per forza attraverso un passaggio di testimone che avveniva con un simbolico mazzo di chiavi: “Il gesto delle chiavi dello studio dell’Eredità era nato quando io ho fatto Sanremo e avevo inventato questa cosa del tutto naturale perché quando avevo fatto la puntata avevo le chiavi in tasca, che in realtà non erano dello studio, ma del mio camerino, e ho scherzato con Fabrizio. Era il simbolo della nostra staffetta, che purtroppo si è interrotta, e quindi quel gesto nato per scherzo è poi diventato l’elemento che tristemente ricordo di quel periodo”.
Spazio anche ad un allegro ed intenso ricordo, quello del giorno in cui Fabrizio è apparso nuovamente sugli schermi per fare una sorpresa all’amica di entrambi Antonella Clerici: “Anche Fabrizio non capiva dove lo stessi portando”, ricorda Carlo “e siamo entrati in scena a fare gli auguri ad Antonella e c’è stato un applauso talmente affettuoso, perché ci sono degli applausi di circostanza e altri dove senti tutto l’amore da parte del pubblico”.
Nell’intimo ricordo dell’amico, Carlo Conti ribadisce anche la sua forza e la sua tenacia nell’affrontare le varie difficoltà: “Fabrizio veramente fino all’ultimo aveva lottato con tutte le sue forze, con la sua energia, con il suo entusiasmo, con la sua forza di volontà. Non voleva mollare assolutamente. La sua era una determinazione per se stesso, per il pubblico, ma soprattutto per la sua famiglia. Continuava a ripetere che ce l’avrebbe fatta, e poi invece…”.
La loro amicizia nasceva da molto lontano, sin dagli anni ’90, per poi trasformarsi pian piano in una sorta di fratellanza: “Io lo chiamavo il mio fratellone, lui mi chiamava Babbo Carlo. Entrambi abbiamo condiviso l’essere genitori un po’ grandicelli con le nostre paure”. Paure che, anche nel momento della malattia, Fabrizio preferiva non affrontare con Carlo: “Quando si ha un rapporto come il nostro non serve comunicarsi tutto, basta uno sguardo per capirsi”.
“Del rapporto con Fabrizio porto la sua risata fantastica che riassumeva la sua gioia di vivere, il suo essere bonaccione, i suoi abbracci”, confida sul finale.
E tutti noi ci sentiamo di unirci al suo ricordo denso di commozione, il ricordo per la splendida persona che Fabrizio Frizzi era e per sempre sarà.