Alessandro Preziosi è Masantonio: “È uno dei ruoli più intimi che mi è capitato. Non ha superpoteri, ma un dono…”

Masantonio è uno dei ruoli più intimi che mi è capitato di tirar fuori dalla sacca disordinata delle mie velleità attoriali. Non è un medium e non ha superpoteri ma ha un dono, che è quello di riuscire a sprofondare nelle persone tanto da parlare con loro anche quando non ci sono”. 

Alessandro Preziosi, protagonista della nuova fiction “Masantonio” in partenza questa sera, venerdì 25 giugno, su Canale 5 definisce questo nuovo ruolo “empatico”, una caratteristica che l’attore cerca di avere anche nella vita. Quello di diventare altri è comunque un talento che è insito nel suo lavoro. Al settimanale TV Sorrisi e Canzoni racconta come “Prima di fare l’attore torturavo le persone di domande. Ho sempre avuto una grande curiosità per quanto posso sembrare indelicato a volte, invadente e ingombrante. Oggi per la legge della compensazione, trovo persone che mi danno il tormento”.

Dopo il ruolo del conte Ristori in “Elisa di Rivombrosa”, Preziosi si è fatto conoscere al grande pubblico vestendo i panni di una lunga serie di personaggi in costume ne “I Vicerè“, “La masseria delle allodole“, “L’uomo che rubò la Gioconda“, “Amleto” e “Re Lear” fino all’interpretazione di “Antonio” in “Mine vaganti” di Ferzan Ozpetek che gli ha insegnato un modo di recitare per un pubblico che fosse suo simile e non così distante: “Io mi sono sempre detto che la passione e il talento possono camminare insieme per tutta la vita ma c’è bisogno che l’impiego le unisca. Nel mio ambito non è scontato”. 

Parole che raccontano una carriera che per diventare così importante ha alle spalle una lunga ed intensa gavetta: le prime parti a teatro fino al trasferimento in giovane età da Napoli a Milano.

Anche per Alessandro Preziosi quest’ultimo anno non è stato semplice dovendo convivere, come tutti, con la pandemia da Covid-19: “Mi sono preso cura di me leggendo tantissimo, riscoprendo tanti libri, sono anche stato più tempo con mia figlia e mio figlio. Ho avuto la possibilità di guardare il cielo e sentire di far parte di una cosa molto più grande di me. Migliorarsi vuol dire cambiare il ritmo, il tuo tempo, non buttarlo al vento”.