Alessandro Cattelan: “Da Grande sarà un evento dove mi metterò alla prova. Sanremo? Farei pochissimi ascolti”

Sarà una delle poche, probabilmente l’unica, vera grande novità dei palinsesti Rai per la stagione 2021/2022 che verranno presentati alla stampa il prossimo martedì 22 giugno. È Alessandro Cattelan, il cui approdo a Viale Mazzini dal prossimo settembre ha fin d’ora tutti gli occhi addosso e le dita puntate contro.

In una lunga intervista a Repubblica, l’ex conduttore di X Factor ha parlato diffusamente dei due progetti che lo vedranno presto protagonista, l’uno su Rai 1 con il varietà “Da grande”, l’altro su Netflix con la docuserie “Una semplice domanda” incentrato sulla ricerca della felicità e per la quale “stiamo cercando storie matte per prendere in modo laterale una delle più grandi domande della storia dell’umanità”.

Il debutto sulla prima rete avverrà con due prime serate che “stiamo costruendo come evento durante le quali promette di “portare quello che so fare, uno show dove si canti, si balli, ci si travesta, ci si diverta, si parli, magari faccia anche sollevare un pensiero“. Nulla a che vedere con “un programma generazionale, sulla crisi dei 40 anni… ho letto cose clamorosamente non vere. Sarà invece quel che definisce come “il goccio di grappa nel caffè”.

La sua esperienza all’ombra del cavallo di Viale Mazzini sembra iniziata con i migliori auspici: “Finora in Rai ho trovato un clima di altrettanta libertà che a Sky. La prima chiacchierata con i dirigenti Rai è stata perché andassi io a fare quel che so fare, senza snaturarmi. Ma, allo stesso tempo, aggiunge come voglia “anche mettermi un po’ alla prova, magari sentirmi un po’ scomodo, dopo anni in una comfort zone che mi ha fatto crescere senza traumi”.

Guardando, invece, al 2022 sono due i grandi eventi di Rai 1 al quale il suo nome viene accostato con insistenza: l’uno è il Festival di Sanremo, l’altro l’Eurovision che approda finalmente in Italia. Sulla kermesse in onda dal Teatro Ariston, Cattelan mette subito le cose in chiaro: “Me lo chiedono tutti da cinque anni. E io rispondo sempre che farebbe pochissimi ascolti, perché porterei solo gente che piace a me, tipo Salmo, Fabri Fibra, I cani, Madame, ma anche Tozzi e Zucchero. Oppure vorrei farlo come ingranaggio di un meccanismo, avendo con me solo donne, Antonella Clerici, Sara Gama, Chiara Ferragni. Ma chissà cosa accadrà”.

Rientrare nel toto-nomi per la conduzione dell’Eurovision rappresenta per lui “un onore, qualcosa che mi ha fatto dire che ho lavorato bene”, mentre sui Maneskin ammette come “la vera intuizione è stata di chi li ha mandati a Sanremo. Non pensavo che qualcuno li avrebbe ritenuti buoni per quel palco, vista la tradizione che ha il Festival”.