30 anni da Capaci, Maurizio Costanzo ricorda Falcone e dice: “La Tv deve tenere alta l’attenzione sul fenomeno mafioso”

Lunedì 23 maggio saranno 30 anni dalla strage di Capaci, in cui Cosa Nostra uccise il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.

In occasione di questo trentesimo anniversario, il settimanale Tv Sorrisi e Canzoni ha intervistato Maurizio Costanzo, e non a caso: lo stesso Falcone, infatti, stimava molto il conduttore del “Costanzo Show” e lo considerava “una persona perbene” e un giornalista impegnato nella lotta contro la mafia.

In questo articolo vogliamo riportarvi alcuni passaggi dell’intervista, a nostro avviso molto importante, anche perché, tra le altre cose, contiene un appello alla Tv di oggi a tenere viva l’attenzione sul fenomeno mafioso.

Innanzitutto, cercando di ricordare quel 23 maggio 1992, Costanzo ha dichiarato:

“Non ricordo dove mi trovavo o che cosa stessi facendo alle 17.57, l’ora dell’esplosione. Ma ricordo molto bene lo sgomento che seguì alla notizia della strage, di una violenza inimmaginabile. Lo sgomento per cosa significava un attentato di quella portata contro lo Stato”

Ma chi era Giovanni Falcone? A questa domanda Costanzo risponde così:

“Era una persona stupenda, specchiata. E aveva una grandissima forza d’animo. (…) Era il vero magistrato antimafia”

E oggi? “E’ ancora un simbolo. Grazie anche al lavoro della sorella Maria. docente e attivista, che ha istituito la Fondazione Falcone. Lei tiene viva la sua memoria con tante iniziative importanti. Abbiamo collaborato anche quando feci uno speciale del ‘Costanzo Show’ da Palermo, dopo il 19 luglio, quando fu ucciso anche il giudice Paolo Borsellino, in quella tragica stagione delle stragi di mafia”.

Costanzo ricorda poi la storica diretta televisiva realizzata insieme a Michele Santoro dopo l’uccisione, sempre da parte della mafia, dell’imprenditore Libero Grassi:

“Televisivamente fu una cosa senza precedenti. Una staffetta tra Santoro e il suo ‘Samarcanda’ e il ‘Costanzo Show’. Era il 26 settembre 1991. E Falcone sedeva sul palco come mio ospite al Teatro Parioli. C’era chi gridava allo scandalo, per il magistrato antimafia al Parioli (…). Nel mio ufficio tengo la foto di Falcone da me quella sera, quando feci quel gesto forte, simbolico, di bruciare una maglietta con la scritta ‘Mafia made in Italy'”

Dal ricordo di quell’evento unico, dal punto di vista televisivo ma non solo, Costanzo prende spunto per un appello alla Tv di oggi:

“Bisogna mantenere alta l’attenzione sul fenomeno mafioso. Così come lo abbiamo fatto Santoro e io 30 anni fa, oggi possono farlo altri”

E questo appello non cadrà nel vuoto: nei prossimi giorni sono infatti previste varie iniziative su tutte le principali reti televisive, sia per ricordare Falcone e Borsellino sia per mantenere alta l’attenzione sulla mafia e le sue declinazioni al giorno d’oggi.

Su tutti, proprio in tema di attenzione e contrasto alla mafia, vi segnaliamo lo “Speciale Tg3 – Fuori Tg” che lunedì, dalle 12.10 alle 12.45 su Rai 3, sarà in onda dal Complesso Monumentale dello Spasimo, nel quartiere Kalsa di Palermo, dove si terrà l’incontro promosso dal Ministero degli Esteri per il contrasto al crimine organizzato. Una puntata speciale dedicata al recupero dei giovani che vivono nelle zone più disagiate della città, in cui istituzioni e associazioni si impegnano per tenerli lontani dalla mafia diffondendo la cultura dei diritti, della giustizia sociale e della legalità. Ospiti il giornalista Salvatore Cusimano, la dirigente del Centro Giustizia Minorile della Sicilia Rosanna Antonia Gallo e, collegato dal quartiere Zen, il presidente del Laboratorio Zen Insieme Fabrizio Arena.